Il Paradiso è come un fuoco scoppiettante, emanante
calore e scintillìo, sfavillante e brulicante, brillante e irradiante,
ardente e bruciante, ma senza consumarsi mai. Anzi,
trasformando ciò che consuma. Sembra non consumare, ma
consuma. Brucia l’energia della gioia e la trasforma, irradiandola
in luce di Paradiso.
Brucia l’amore che tu rechi a questo fuoco, trasformandolo
in vitalità generante.
Brucia la tua offerta, innalzandola, trasformandola in presenza
incessante a Colui che è il Paradiso. Brucia il tuo desiderio,
trasformandolo in fuoco del Paradiso. I cuori, qui in
Paradiso, non pulsano: ardono.
Sono come fiaccole viventi che nella notte testimoniano
la luce del Paradiso. Qui in Paradiso tutti sono semplicemente
‘martiri’: testimoni ardenti.
Si brucia la proprietà di se stessi, per essere senza proprietà
espropriativi, donativi, gratuiti: è il gratis della grazia.
Il Paradiso è il più alto martirio, la più profonda delle rinunce
che si vanno trasformando in scelte donative, generando
appunto la testimonianza più sublime: il martirio.
Non un martirio del sangue, del corpo, della spada, ma un
gioioso martirio della vita, dell’essere non più proprietà di se
stessi, affidandosi totalmente nelle braccia di Colui che è il
Paradiso. Non si tratta di un atto fatto e finito, no.
È il cammino, l’eterno Pellegrinaggio che si vive qui;
imitando, sebbene lontanissimamente, quell’atto puro,
unico, irripetibile, irrinunciabile, libero ed eterno che è proprio
di Colui che è il Paradiso, il Primo Martire in senso
assoluto.
Il Primo espropriantesi e generante la gratuità della grazia.
Il Primo che si sacrifica sempre, producendo sempre più,
come effetto, il Paradiso. E anche in questo caso, non si tratta
di un atto unico, fatto e finito lì.
Ho intravisto, appena appena, la presenza di questo
Martire Ardente, nella vicinanza di Lui che mi è accanto, in
Lui che ne è il riflesso illuminante.
Colui che è il Paradiso si sta donando da vivere, si sta
espropriando, anche ora, mettendosi totalmente nelle nostre
mani, nella nostra vita, senza più mantenere alcuna proprietà
di se stesso.
Per amore. E per noi, ecco la grande responsabilità, la
risposta gioiosa a questo atto di amore: farlo vivere attraverso
di noi, con noi.
Lui, accanto a me, mi sta richiamando ora proprio questo.
Lui è il Martire del Martire per eccellenza, il Testimone del
Testimone Primo e Assoluto. E il Paradiso, dunque, è martirio,
incontro di espropriazione, e si dà da vivere anche a me,
in questo momento, trasformandosi in dono gratuito, totale,
senza condizioni.
Ogni volta che condividi questa avventura del martirio, ti
senti trafiggere il cuore, perché ti accorgi di essere proprio al
Cuore, al Centro, a quel nucleo piccolo come un atomo,
quasi impercettibile, e che eppure è l’essenza del Paradiso:
sacrificare la proprietà di se stessi, per amore.
Tutto si fonda su questo atto continuo di sacrificazione,
su questo sacrificio sempre in atto, anche ora: Colui che è il
Paradiso non si tiene per Sé, ma si dà da vivere interamente
e completamente a me, a ciascuno, condividendo fino in
fondo in questo modo la vita, in questo martirio supremo che
testimonia il suo Amore qui in Paradiso e anche nell’oggi del
mondo, dove questo miracolo strabiliante ancora è nascosto
e soltanto accennato, in quel segno di speranza che è il
mondo rinnovato del Paradiso.