Terrestre

Si sta avvicinando, lo sento, il momento del mio ritorno.
Percepisco piano piano il riavvicinarsi dell’atmosfera
terrestre, che mi penetra, in questo mio vivere in Paradiso.
E sento anche che il Paradiso, nella sua prelibata degustazione,
si sta allontanando piano piano da me, quasi
rientrando sommessamente nella sua situazione di eternità.
Osservo Lui, accanto a me, e trovo che la mia intuizione
è fondata. Vedo Lui ancora più accanto a me, più terrestre,
proprio come lo vidi la prima volta, venutomi incontro,
all’inizio di questa mia esperienza.
Allora, avvicinandosi a me, era stato un poco oscurato
dalla mia ombra terrestre, come un poco annebbiato dalla
mia presenza. E ora, ci stiamo riavvicinando a questa
situazione. Contemplando, pur con una certa fatica, il suo
volto, intuisco il richiamo alla mia missione: essere testimone,
essere - lo dico con tremore - profeta del Profeta.
Intuisco anche, in questo discendere della situazione,
che dalla terra parte un ponte per il Paradiso, e un ponte in
fin dei conti non tanto esteso.
Un piccolo ponte ideale ci collega al Paradiso. Anche
con una barchetta, o con un semplice salto, ce la puoi
fare... E intanto, sono sempre più con i piedi per terra.
Sento, quasi come ultima conferma, che la situazione del
Paradiso può già essere in gestazione sulla terra, e che la
terra può essere il grembo del Paradiso...
Ora stiamo per attraversare il ponte. Lui, accanto a me,
mi appare quasi come me. Sostiamo.
C’è qualcosa nell’aria. Anzi, c’è Qualcuno nell’aria:
Colui che è il Paradiso. In un silenzio profondissimo che
mi scandaglia e mi fa lacrimare, il saluto dalla situazione
di Colui che è il Paradiso, per riaccogliermi, al di là del
ponte, nella situazione che era fin da prima, per me: il
Paradiso. Sul ponte,ora, sono rimasto con Lui accanto a
me: il Profeta. Volgo un ultimo sguardo alla sponda dei
beati, che scorgo affollati, minuti e un po’ sbiaditi, a salutarmi
a mo’ di arrivederci, mentre la lontananza si fa sempre
più sentire.
Mi rivolgo al Profeta: “Sì, è possibile vivere
il Paradiso!”. Annuisce e sorride, confermandomi.
E l’emozione del momento mi prende, mi fa scoppiare
in un pianto a dirotto sempre più intenso, e che mi pare
interminabile. Non so quanto, ma per un bel po’, tra sospiri
e singhiozzi, tra il cercare di guardare a Lui e alla terra
della mia missione, continuai... e avrei continuato.
Ad interrompermi, la sua mano sulla mia spalla, quasi
un richiamo per me e un segnale per Lui. Non seppi allora
dire altro che questo: “Grazie, Profeta!”. “Grazie a te!”
rispose in tono augurante, scomparendo ai miei occhi.
Mi sedetti per terra, poggiando la schiena a una grossa
pietra, risentendo così la durezza e l’impressione della
scomodità, che quasi più non ricordavo.
“Mah!…”. Osservai un po’ attorno, frugando in quella
natura qualche orma del cielo, ma al momento non ne trovai.
Scrutai e contemplai, un po’ assorto, un po’ distratto,
un po’ stanco; finchè, provando e riprovando una situazione
un po’ più comoda su quel duro giaciglio, mi addormentai.

Terrestre

Si sta avvicinando, lo sento, il momento del mio ritorno. Percepisco piano piano il riavvicinarsi dell’atmosfera terrestre, che mi penetr...