In Paradiso tutti si conoscono, ti chiamano. E tu li chiami.
Si crea in te la consapevolezza di essere un chiamato,
un invitato, uno a cui viene regalato l’invito a vivere in
Paradiso. E vivi da chiamato, da invitato. Incontrando gli
altri, li senti loro pure chiamati e invitati.
Come a una festa. Ma molto di più, qui. Perché qui è
sempre festa. E il bello è che si fa festa senza nulla di
eccezionale. Né musiche, né balli, né rinfreschi, né addobbi.
Niente di tutto questo. La festa consiste nel rimanere
incantati. Un incantesimo?... Sì, però reale.
La festa sta nel contemplare, a bocca aperta, quello che
ti succede dentro e attorno. Spesso rimango incantato ad
osservare il sorriso di Lui, perché è un sorriso parlante,
illuminante, che ti spiega e ti fa vivere quelle realtà che in
esso sono accennate. Qui sei chiamato a far festa, ma
soprattutto ad essere in festa. La festa consiste nel fatto
che ti senti un chiamato. Non è il fatto che ti hanno chiamato,
ma che ora ti chiamano: è, per intenderci, una chiamata
che dura all’infinito. Non c’è un prima: ti hanno
chiamato, e un poi: vai a far festa. C’è solo una chiamata
da dentro di te che prosegue e ti forma la coscienza dell’essere
in festa... E la festa esteriore?.
Niente. La coscienza dell’essere un chiamato e a tua
volta un chiamante è la vera festa, qui in Paradiso. È l’essenza
della festa, questa, perché comprendi sempre più
che la gioia della festa non è esterna a te, ma sei tu, di
fronte e in comunione con Colui che ti chiama: il Paradiso.
La festa è come una voce, un respiro, un’anima che ti
passa dentro e ti forgia a tua volta come un chiamante. A
essere nella festa, nella gioia.
Nel nome di una voce: quella del Paradiso. E comprendi
allora che la voce che ti invita ad essere in festa ti stimola
al Pellegrinaggio, ad andare incontro con gioia a
questa situazione; e che il cammino non pesa affatto, non
stanca, ma è leggero e spedito.
Ecco perché negli affreschi gli angeli hanno le ali! Qui
non le ha nessuno, ma tutti volano gioiosi e veloci come
angeli con le ali. Certezza e fiducia vanno d’accordo, qui
in Paradiso. Sei certo e sicuro, ma anche cerchi, e approfondisci
la certezza.
Approfondisci e trovi, e trovando cerchi di nuovo. E
anche questo cammino di ricerca va leggero e spedito, con
le ali. Quando guardo a Lui che mi è accanto, devo proprio
riconoscere: ci si intende al volo! Anche noi due, nella
nostra intesa, abbiamo le ali. In Paradiso, perciò, non ci
sono riunioni, di nessun tipo: c’è subito unione.
Ma la chiamata più intensa e nello stesso tempo più
rapida è quella che proviene da Colui che è il Paradiso.
Questa chiamata è talmente veloce che non fa nemmeno
a tempo a farsi voce nella tua coscienza, ma la velocità
ottiene una forza di profondità tale, che puoi davvero
dire che è più intima a te di te stesso.
Velocissima e di lunghezza infinita, ti mostra quanto è
profondo il tuo cuore: infinito.
E il bello è poi quando cerchi di rispondere. Come chiami
Colui che è il Paradiso? Con che nome? Con che voce?
Con che timbro? Con che tono?...
Finora io mi rivolgo a Colui che è il Paradiso seguendo
l’indicazione di Lui che mi è accanto: con lo sguardo estasiato,
con la bocca silenziosa e con il cuore pieno di gioia.
Sono certo che questa chiamata raggiunge in pieno il
Cuore, questo Centro traboccante di gioia che riversa una
realtà che ti fa acclamare, senza nemmeno un filo di voce,
ma solo contemplando ciò che avviene per te in questa
meravigliosa realtà del Paradiso.