Il Paradiso è una situazione totalmente diversa da come
uno se l’aspetta. Ti ritrovi nella semplicità e nella naturalezza,
mentre ti attendevi la perfezione e l’assolutizzazione
di un mondo che forse avevi in mente a partire dalla
metratura e dalla misurazione di quello dell’uomo.
Il Paradiso è tutto all’opposto delle nostre attese, e per
fortuna! Ti si rivela invece come compimento di quelle
attese che sono sempre rimaste un po’ dimenticate sulla
terra, nel sottobosco della fede, nel nascondimento, nell’incapacità
ad essere vissute, valutate spesso come inutilità
secondo i valori del mondo, e qui invece realtà pienamente
paradisiache.
È lo sconvolgimento silenzioso ma il più efficace, è la
rivolta pacifica, il trionfo inatteso e sorprendente del
Paradiso. Lui che mi è accanto mi mostra, in parte, questa
dimensione, rivelando come atteggiamenti da me considerati
inutili appaiono qui le piste guida del Pellegrinaggio;
e le realtà che muoiono come spesso siano le fonti della
vita; e Colui che è sia il Morente, per essere il Vivificante,
mentre io lo avevo ritenuto finora il Supremo, il superiore
a tutto e a tutti.
Scomparire, in Paradiso, è preludio per apparire
meglio, sempre meno esternamente e sempre più in profondità.
In effetti, non è il Paradiso che opera lo sconvolgimento.
Piuttosto, la logica del mondo è avanzata a tal punto nel
cuore dell’umanità, da generare attorno ad ogni realtà
delle incrostazioni, delle fronde, delle occlusioni e degli
impedimenti che ora, qui, di fronte alla semplice evidenza
dell’eterna situazione, si scrostano, si sfrondano, si aprono
e si ribaltano, destando tale gioia e stupore, che pare
proprio uno sconvolgimento.
I punti di partenza e i punti di vista, inoltre, qui, appaiono
spesso totalmente contrari a quelli del mondo. Il
mondo è dei potenti, qui è tutto dei semplici. Nel mondo
si punta alla grandezza, qui si cresce in piccolarità. Il
mondo, puntando sulla vita, ottiene la morte.
Qui, puntando sulla morte, la si trasforma in vita. Il
mondo punta sull’esteriorità, qui si va al cuore. Il mondo
è fondato sulle attività, qui ci si fonda sulla vivacità. Nel
mondo vale soprattutto il fare, qui l’essere.
Il mondo vive nel vociare, qui a comunicare è soprattutto
il silenzio. Per il mondo il Paradiso è un luogo, una cosa;
qui in Paradiso è incontro con Colui che è il Paradiso.
Lo sconvolgimento è profondo. E mentre nel mondo
ogni sconvolgimento reca ansia e turbamento, qui in
Paradiso lo sconvolgimento ti avvolge con tutto se stesso
e in tutto te stesso, suscitando gioia e meraviglia.
Sì, perché, diversamente da quello del mondo, qui lo
sconvolgimento è Colui che è il Paradiso. Nel mondo,
inoltre, si vive partendo dall’ambiente e dalle cose.
In Paradiso si vive partendo sempre dal Cuore: da
Colui che è il Compassionevole e il Misericordioso. Che
condivide con noi ogni situazione di passione, equilibrandola,
in questa comunione, e rendendola Paradiso.
Avvicina sempre più il suo Cuore, il Centro del suo
Essere, al nostro misero cuore, rendendolo pieno di grazia
del Paradiso. Questo è l’annuncio sconvolgente di cui si fa
portavoce Lui, il Profeta, e del quale si fanno portatori con
la vita, cioè testimoni, martiri e profeti, tutti coloro che
vivono nel Paradiso, oppure ancora sulla terra nel nome
del Paradiso.
La riscoperta continua di tali sconvolgimenti ti porta,
qui, al senso della gratitudine e della riconoscenza.
Sei sempre più consapevole, ad ogni passo, che non
meriti di vivere in tutte queste realtà e situazioni, eppure ti
ritrovi ad essere scelto, non per tuo merito, ma per grazia,
a procedere in questo Pellegrinaggio che ti accosta
all’eterno e ti apre le porte del vero Paradiso: non quello
che avevi nella tua mente, ma quello che si rivela in dono
a coloro che con amore e nel nome dell’amore ricercano
Colui che è il Paradiso.