Perdi!

Una facoltà poco usata, in Paradiso, è la memoria. Non

che venga meno; ma, in un certo senso, non se ne fa ricorso.

A che giova ricordare il passato, qui, mentre tutto è qui,

mentre hai da vivere situazioni tanto meravigliose e coinvolgenti

che superano infinitamente ogni tuo passato? Che

senso ha il guardare indietro, a mo’ di nostalgia? Di Lui

non sto a ricordare nemmeno quando ci siamo incontrati.

Né tantomeno mi volgo indietro, a considerare cosa o

come era prima di ora. Perdi, per così dire, l’attaccamento

alle situazioni, e questo ti fa allontanare definitivamente i

ricordi, e tutte le nostalgie. Anche perché tutto quanto hai

cercato di vivere come bene, qui lo vivi bene. Qui dunque

non si accumula l’esperienza, ma la si vive. Non c’è il saggio

e il meno saggio, l’esperto e il meno esperto, il vecchio

e il giovane, l’adolescente e l’adulto, ma tutti sono

allo stesso livello: vivono la medesima e unica gioia, pur

in modi originali, singolari e diversi. Qui tutti vivono nella

pienezza, e quindi tutti hanno esperienza. Si è come uno

strumento di gioia, nel quale ogni esperienza che vivi

passa e si perde, non perché negativa, ma perché lascia il

posto a una nuova, a una ancora più bella, a un’altra maggiormente

profonda. Tutti qui vivono la medesima esperienza:

il Pellegrinaggio della gioia. Perdi dunque per ricevere

meglio, ti svuoti per essere meglio in grado di ricevere:

ecco in che senso si è strumenti. Guardando a Lui che

mi è accanto, vedo realizzarsi concretamente questa situazione,

nel suo modo di essere illuminato, nel suo modo di

essere illuminante.

Questo perdere per ricevere, cammino eterno, ha come

espressione, qui in Paradiso, che tutti - non so fino a che

punto sia calzante l’immagine, ma non ne trovo un’altra -

hanno la stessa ‘età’. Sì, tutti hanno l’esperienza fondata

nell’eternità, e in concreto questo appare come un crescere

sempre più nella gioia, in un essere eternamente sempre

identici nell’età. Tutti hanno la stessa ‘età’, in questa eternità.

Ribadisco a me stesso che forse sto usando impropriamente,

qui in Paradiso, il vocabolo ‘età’. Potrei forse

meglio dire che tutti qui hanno in comune la medesima

‘immagine’. Guardando a Lui, ad esempio, non sono nemmeno

in grado di dargli un’età: adulto, giovane, attempato?

Boh!. Posso invece affermare con sicurezza che l’immagine

che io riscontro in Lui è quella di un illuminato e

di un illuminante. Ma circa la vera e propria età, non

saprei che età dargli.

L’’immagine’ mi dà più la possibilità di vedere in Lui

un’identità libera e trionfante. Sì, proprio perché ogni

volta che lasci, che ‘perdi’, qui in Paradiso, non è mai una

sconfitta, una perdita, ma è l’apertura a nuove possibilità.

È un perdere positivo, vincente, perché non ti fa appiccicare

addosso nessuna esperienza che ti potrebbe definire e

condizionare, nemmeno quando tu la considerassi la più

positiva e bella.

È come un fiume che scorre su di te, e tu ti lasci rinfrescare

e rinnovare da quest’acqua che tutto e sempre porta

via da te, disponendoti nello stesso tempo a ricevere sempre

più e sempre meglio l’acqua della sorgente. Anche

quello che ora sto vivendo e dicendo, lo perdo volentieri,

perché sento che questo è l’atteggiamento del Paradiso,

che ti proietta avanti, sempre oltre, senza mai fermarti, alla

scoperta continua del tuo pellegrinare, e a vivere sempre

più nel cuore del Paradiso: in Colui che lo è.

Sento anche che in questo perdere continuo scopri sempre

più di essere appagato: che non solo hai sempre tutto

ciò che ti necessita, ma sei anche più felice per la riscoperta

profonda della tua identità. Perdi insomma sempre più

tutti i fronzoli, anche minimi - potremmo dire, usando

l’immagine di qualcosa che qui non c’è: anche la ‘polvere’-

per riscoprirti sempre più te stesso.

Il Paradiso ti sfronda di tutto il possibile superfluo, per

farti riscoprire e realizzare, nella pienezza dell’eternità,

ciò che da sempre hai desiderato e cercato di vivere: il

cammino del tuo essere persona. Il Paradiso realizza ciò

che è profondamente umano.

E Lui, accanto a me, ne è la conferma: Lui è anzitutto

persona, pienamente ed eternamente in cammino.

Terrestre

Si sta avvicinando, lo sento, il momento del mio ritorno. Percepisco piano piano il riavvicinarsi dell’atmosfera terrestre, che mi penetr...