Il Paradiso è il regno del ‘sì’, delle positività, delle realtà
affermative, trasparenti, vere. Un ‘sì’ che si sente vibrare
dentro, in te, e in tutto attorno a te. E Lui, accanto a me,
eccolo: un ‘Sì’ vivente. In Lui trovo ogni risposta, ogni
senso alle mie domande, perché ogni volta, con il suo
aiuto, tutto io posso ricondurre al ‘sì’. Soltanto la sua presenza,
essa stessa da sola, è un ‘sì’.
Quando, ad esempio, cominciai a cercare in questo
contesto del Paradiso dove fossero finiti mia madre, i miei
parenti e i miei amici che erano morti, tutti li riscoprii presenti
e vivi scrutando Lui. E, sempre attraverso di Lui,
compresi anche come vivono e cosa fanno qui in Paradiso.
Grazie alla presenza di Lui sento presenti tutti loro, e con
loro mi posso rapportare gioiosamente.
Non era dunque come pensavo io, alla maniera umana,
continuando o restaurando i rapporti che avevo con loro
nel mondo e che la morte aveva interrotti.
No. Qui si è fatta presente un’altra situazione, quella
del ‘sì’ vissuto tra me e Lui accanto a me, in questo
Pellegrinaggio, nel quale tutti loro mi si accostano e condividono,
e io mi rapporto con loro nel Paradiso, incontrandoli
tutti quanti, e conoscendoli pure uno ad uno,
anche chi finora mai avevo conosciuto.
Tutti e ciascuno personalmente, in un rapporto nuovo,
pellegrinante, da scoprire e approfondire sempre più,
vedendo il mio ‘sì’ e il loro immerso e condiviso dal ‘Sì’
supremo di Colui che è il Paradiso. I saluti, i ricordi del
passato, i ‘come va’, ‘come stai’ non hanno senso, perché
si sa tutto, si vive già tutto, continuando, approfondendo,
in una unità e in una libertà che ti è proposta, passo dopo
passo, in eterno. Vivo tutte le risposte, e in affermativo. Il
‘sì’ qui è Persona. Non è più una parola.
Cambia totalmente ogni prospettiva. È un ‘sì’ che c’è
subito, prontamente, come tu sei un ‘sì’ prontamente e
subito per chi incontri. E sempre, in questo ‘sì’, riecheggia
il ‘Sì’ centrante, calamitante, emanante, irradiante di Colui
che è il Paradiso.
Lui, accanto a me, ‘è’: ecco il ‘sì’ del Paradiso. Da
quell’esserci, da questo mio sentire Lui: ‘sì’, ‘è’, e da questo
mio sentirmi: ‘sì’, ‘sono’, sgorgano poi tutte le altre
risposte, e vengono appagate tutte le altre domande.
È un ‘sì’ che fa essere. In Paradiso mi impressiona
molto, fra l’altro - cosa che già d’altronde avviene tra me
e Lui - questo fatto: che pur essendoci migliaia, milioni,
una miriade infinita di persone, e pur essendo sempre tutti
in relazione con tutti, e ciascuno in relazione con ciascuno,
eppure regni sempre un serenissimo silenzio, ovunque
si vada. Non c’è mai bisogno di parlare, ma c’è sempre il
desiderio di ascoltare. E, in questo modo, chi ascolta,
comunica anche; e chi comunica, contemporaneamente
ascolta. Pensandoci, non mi parrebbe una cosa poi tanto
difficile da vivere anche tra gli uomini.
Basterebbe valorizzare un po’ più il cammino verso la
semplicità del ‘sì’, verso ciò che ‘è’. Mah!... Non pensiamo
ora a come fare sulla terra, pensiamo a vivere in pieno
il Paradiso! Lui mi osserva con un sorriso, arricciando il
naso, come a dirmi: ricorda anche che devi tornare là e
quello che apprendi non te lo devi tenere tutto per te, ma
viverlo perché questo Pellegrinaggio di occasione di ora
sia un giorno di stimolo e di aiuto per il Pellegrinare eterno
di gioia per tutti.
Arriccio anch’io il naso, in segno di rimprovero e
richiamo a me stesso, quasi facendomi una piccola strigliatina,
col proposito di non ripetere più questo atteggiamento
estraneo al Paradiso, e riaffermando il desiderio di
accogliere e trasmettere meglio tutto quello che mi viene
dato in dono attraverso la semplicità di questo ‘sì’ che è il
Paradiso.