Gioisci!

C’è, sparsa, in Paradiso, come una segnaletica. Beh,

non certo fatta con cartelli stradali: non di questo tipo. Il

Paradiso è pieno di segni, a cominciare dal sole. Anzitutto,

lo puoi guardare, fissare, ammirare. È un sole che si lascia

guardare, e che ti guarda, fin che vuoi. E poi, è il segno più

immediatamente vicino a ciò che c’è in Paradiso.

Guardando il sole, ti è dato subito ciò che esso ti significa:

luce, calore, amore, gioia,... ed è più quindi che un

rimando, un segnale. E’, potremmo dire, un segno che ti

segna, subito. E così è anche per ogni altro segno, qui: le

realtà e le persone che incontri. Ma ciò che più ti fa colpo

e che ti segna, è il fatto di comprendere che il Paradiso non

è una cosa, ma una Persona, con la quale percepisci di

incontrarti sempre di più, e sempre più profondamente,

senza fine, in una sorta di Pellegrinaggio eterno di amicizia,

di incontro. Lo capisco con accanto il segno di Lui,

attraverso Lui che mi sta accompagnando, in questo cammino,

anche adesso.

Stiamo riposando nella beatitudine della contemplazione

dei segni. Ad ogni segno, c’è un certo timore, una sorta

di riverenza e di rispetto fatto di ammirazione.

E mentre pensi di dover rimanere a contemplarlo da

fuori, ecco che il segno stesso ti invita a entrare, a condividere,

a incontrare, a gioire di quella realtà personale che

il segno ti sta offrendo in dono.

L’esperienza che sento di avvicinare a questa, sebbene

nel paragone ne sia ancora molto lontana, è l’amicizia;

non quella che non sperimenti mai, astratta, generica, ma

concreta, quella del tenersi per mano, del parlarsi, dello

scambiarsi un bacio, una carezza, dell’abbracciarsi... Ma

non ci siamo ancora col paragone, in questo caso.

Questa intimità di gioia infinita è molto di più. Pensavo

che il Paradiso fosse tutta un’anima, uno spirito. E invece,

le realtà sono più concrete che mai.

È sì l’esaltazione dello spirito, ma insieme anche la pienezza

della concretezza. Puoi toccare, e fino in fondo, ad

ogni passo che fai, cos’è quello che stai vivendo. Ad

esempio, adesso che sono qui seduto accanto a Lui, io

sento come la pensa, sento ciò che sente, e come si sente,

vedo quello che scorre nella sua mente, sento di che cosa

è fatta la sua anima, percepisco come sta amando me, percepisco

come Lui mi percepisce. Non è per nulla un’invadenza,

questa situazione, no.

Infatti tra noi c’è sempre come un santo timore che

domina, che regola, che fa rispettare l’incontro per quello

che deve essere. C’è sempre una santità regolatrice che

passa tra noi, nel nostro esserci trasparenti, e che ci fa

chiedere e ci fa concedere l’un l’altro in questa regola, in

questa luce, in questa volontà. Solo in nome di Colui che

è il Paradiso io posso accedere a Lui. Solo in nome di

Colui che è il Paradiso Lui può accedere a me.

Così siamo, tra noi, segni della gioia del Paradiso.

Segni: che invitano, inviano, chiamano a questo

Pellegrinaggio. E il nostro riposarci ci carica di gioia. E la

gioia ci richiama al cammino, all’esplorazione, all’avventura.

Per andare alla ricerca di che cosa, se non della radice

di questa gioia?.

Già... da dove viene, come si produce, dove si radica,

dov’è la sua fonte?. Certo - entrambi ne siamo sicuri - non

è illusione il Centro del Paradiso. Certo - ne siamo altrettanto

sicuri - quella centralità non esaudirà totalmente né

esaurirà le nostre attese e le nostre domande.

Certi ne siamo che ci è dato di accedere a questo Centro

infinito. E il nostro desiderio cresce, insieme al procedere

del nostro cammino sereno e gioioso, passo dopo passo,

avvicinandoci sempre più a questo Cuore del Paradiso.

Terrestre

Si sta avvicinando, lo sento, il momento del mio ritorno. Percepisco piano piano il riavvicinarsi dell’atmosfera terrestre, che mi penetr...