Interrogativi

In Paradiso si può davvero dire che ogni interrogativo

trova la sua risposta. Anche se gli interrogativi rimangono.

Restano come domande sotto forma di desideri di ricerca,

nelle scelte che si fanno, nel chiedersi come procedere,

come vivere la realtà che ti si presenta. E la risposta è

subito pronta, la scelta è subito fatta. Ma gli interrogativi

restano e riappaiono, come stimoli all’avventura e al procedere

nel cammino. Non sono dunque gli interrogativi

del non conoscere, ma del sapere e gustare maggiormente,

sempre più, e senza fine.

Sono gli interrogativi della meraviglia, della contemplazione,

della gioia e dell’intensità della festa. Anch’io,

riguardo a Lui che mi è accanto, mi pongo l’interrogativo:

ma come è possibile una realtà così positiva in Lui?

Com’è possibile la gioia di questo nostro cammino? Come

può esserci una così grande serenità tra noi e attorno a noi?

Ma il più importante interrogativo, la domanda più profonda

e sempre aperta, riguarda Colui che è il Paradiso:

chi è? È la domanda di sempre e di tutti, forse la più elementare,

eppure sempre anche la più indefinibile, anche

qui. Vivi in questa Presenza, eppure non la esaurisci mai.

Sai chi è, ma non in modo completo.

Non puoi definire questa Presenza, né racchiuderla in

una risposta. Colui che è, è sempre domanda e risposta in

te. È questo il senso del cammino, del Pellegrinaggio.

Mai compiuto, eppure che ti realizza sempre più.

L’interrogativo più grande è dunque il desiderio di

avvicinarsi di più, ad ogni passo che fai. È la domanda di

gioia, che trovando risposta fa riaccendere scoppiettante la

richiesta di una maggiore vicinanza.

Colui che è il Paradiso non si esaurisce mai né mai ti

esaudisce completamente in una risposta, nemmeno qui in

Paradiso. Il Paradiso è una grande domanda, un interrogativo

che continuamente ti si propone, un punto di domanda

senza parole, di fronte al quale tu riaffermi le tue scelte,

rafforzi il tuo procedere, intensifichi il tuo essere e

vivere in questa realtà.

Il Paradiso suscita la domanda e dona la risposta, continuamente,

e sempre di più. Il Paradiso ti attende, ti invita,

ti propone il desiderio. E allora ti accorgi di essere più

libero che mai. Ognuno qui in Paradiso è un interrogativo,

è un segno del mistero di questa gioia. Guardando a Lui,

accanto a me, lo vedo e lo considero nel suo essere segno

interpellante, interrogante.

Lo sento che pone la domanda di me, e a me. Lo percepisco

porre la domanda su ogni realtà che vive, e porsi la

domanda nei confronti di Colui che è il Paradiso. La risposta

è già nella domanda: illuminata. Le domande vivacizzano

il Paradiso, partendo dal suo Centro.

Sono la garanzia della vivacità del Paradiso. Ti rendi

sempre più conto che sei fatto per domandare, per esprimere

questo uscire da te stesso e andare verso l’altro e

verso la realtà, alla scoperta e alla ricerca. Domandare è

cercare. E cercare è vivere. Per usare un’espressione terrena:

mai come ieri: sempre più; e mai come domani: sempre

di meno.

Sempre più di ieri, sempre meno di domani.

Qui, dove non c’è né oggi, né ieri, né domani, la

domanda si estende nell’eternità, e la risposta altrettanto.

Le senti entrambe come un vento che va e che viene,

che ti sfiora e ti accarezza, invitandoti a partecipare al suo

gioco. Il Paradiso? Il Paradiso!

Sono una domanda e una risposta che si susseguono

come - utilizzando un’immagine umana che qui non ha

riscontro - la sistole e la diastole che fanno scorrere il sangue

e permettono al corpo e all’anima di crescere.

Qui il cuore ha un solo movimento: quello eterno dell’amore,

della gioia del Paradiso.

Terrestre

Si sta avvicinando, lo sento, il momento del mio ritorno. Percepisco piano piano il riavvicinarsi dell’atmosfera terrestre, che mi penetr...