Colui

Colui che è il Paradiso: il ‘Luminoso’. Lo conosci e

non lo conosci nello stesso tempo; lo vedi e non lo vedi;

lo tocchi e non lo prendi; lo intuisci senza raggiungerlo

mai; ti penetra e insieme si distanzia da te. È Colui che è

il Paradiso: il Luminoso. Nel chiaro ti è sole, nel buio ti è

luna. Si presenta sotto aspetti infinitamente diversi, e spesso

imprevedibili. Per cui ti desta meraviglia, stupore e sorpresa.

La sua potenza non è la nostra potenza, quella che

intendiamo noi e che valutiamo con i nostri metri di misura.

La sua Onnipotenza sta nel rendersi, per amore, totalmente

impotente. Per amore.

Illumina la nostra vita perché è il Vivente, ma soprattutto

illumina le nostre morti perché è il Morente. Anche

nell’eternità - non qui in Paradiso - è il Morente. Colui che

muore, per amore, nell’anima di chi lo fa Morente. Colui

che vive, per amore, nell’anima di chi lo fa Vivente.

Morente e Vivente, in eterno. Salvezza e dannazione

eterne, come due binari paralleli sui quali scorre il convoglio

dell’eternità costituito di anime e corpi votati e votanti

alla vita o alla morte.

Colui che è il Paradiso, ma anche Colui che regola il

contrario del Paradiso, cioè la negazione eterna. Il nulla

non esiste, no. O esisti con Colui che vive o vivi con Colui

che muore, in eterno. Paradiso o non Paradiso, personalizzati,

in un incontro eterno, in un legame inscindibile di

vita o di morte, dove Colui che si dà da vivere o da morire,

fedele a se stesso, non ferma o cambia il destino, ma lo

suggella nell’anima e nel corpo di chi accogliendolo vive

con Colui che è Amore nell’eterna vita dell’Amore; o di

chi, rifiutandolo, muore con Colui che è Amore, nell’eterno

destino della morte dell’Amore.

Colui che è il più potente, è anche Colui che è il più

debole. Per scelta di amore. Per accettazione. Accetta il

destino seguendo con fedeltà la scelta di chi decide per la

vita o per la morte. Accetta, in silenzio e devoto amore.

È Colui che non ti abbandona più, per l’eternità, né

nella vita, né nella morte. Lui che mi sta accanto mi

nasconde e mi rivela questo Colui.

E in Lui accanto a me posso quindi intravedere e intuire

la realtà di Colui che è il Paradiso. Ma l’incontro con

questo Colui, pur aumentando nella profondità e nell’intensità,

non si esaurirà mai. È come scalare una montagna

altissima, con una vetta irraggiungibile. Più sali, più vedi

ampliarsi il panorama.

Ma la vetta non la raggiungi mai, e quindi nemmeno

l’ampliarsi del panorama mai si esaurisce. Così è il

Mistero di Colui che è il Paradiso. Intensifica e accresce

l’esperienza con te, ma mai tu esaurirai l’esperienza di

questo incontro. Ogni realtà o persona che incontri in

Paradiso è un riflesso, pur sbiadito, della sua Presenza.

Lui, accanto a me, mi riflette, ma nello stesso tempo

non mi permette mai di vedere appieno, ma solo di intravedere,

intuire e toccare questa Presenza.

Il Paradiso vive di questa conoscenza e di questo mistero,

di questo amore e di questo rispettoso senso di presenza

misteriosa, che è timore sacro. Colui che è il Paradiso è

tutto e niente, è presenza e assenza, è morte e vita, è voce

e silenzio, è luce e oscurità, è piccolezza e infinità. E tra gli

estremi, tra le due situazioni sempre apparentemente in contrasto,

si colloca il Pellegrinaggio di chi vive in Paradiso.

Anche in Lui che mi è accanto si riflettono sempre le

due tonalità: chiaro-scuro, esserci-non esserci, vicinanzalontananza,

voce-silenzio.

E tra questi binomi si colloca anche la mia esperienza

di pellegrino che affidandosi, attraverso il riflesso di Lui

che mi è accanto, a Colui che è il Paradiso, prosegue il suo

cammino, grato per l’esperienza sempre nuova e infinitamente

sorprendente che gli è donata.

Terrestre

Si sta avvicinando, lo sento, il momento del mio ritorno. Percepisco piano piano il riavvicinarsi dell’atmosfera terrestre, che mi penetr...